Perché comunichiamo?

Questa domanda mi frulla da qualche giorno nella testa. Perché comunichiamo?

Sì lo so, non possiamo fare a meno di farlo.

Me lo ricordo il primo assioma della comunicazione di Watzlawich…

Non si può non comunicare. Non esiste un qualcosa che sia un non-comportamento. Le parole, il silenzio o l’attività hanno valore di messaggio, influenzano gli altri e gli altri a loro volta rispondono a tale comunicazione.

Quindi è chiaro, non possiamo non comunicare.

E anche quando stiamo in silenzio stiamo dicendo qualcosa.

Allora, forse la domanda giusta è perché scegliamo di parlare?

Perché scegliamo di scrivere qualcosa?

Perché scriviamo post sui social? Perché sentiamo il desiderio di condividere i nostri pensieri?

La risposta potrebbe proprio essere questa: perché ne sentiamo il bisogno!

 

Comunicare è mettere in comune.

Sappiamo qualcosa, proviamo qualcosa e sentiamo la necessità di condividerla.

Sentiamo il bisogno di “dividere con” gli altri le nostre informazioni, i nostri problemi, i nostri punti di vista, la nostra vita.

 

Noi abbiamo l’impulso innato di condividere le nostre idee. Il desiderio di essere ascoltati risponde al nostro bisogno di comunità: per questo continuiamo a mandare segnali.

E per questo li cerchiamo negli altri.

Tim Kring

Condividere è un nostro bisogno, ma se provassimo ad andare oltre?

 

Perché comunichiamo sui social?

C’è chi comunica per far conoscere la sua attività, chi per fare divulgazione, chi per divertire, chi per esprimere il suo pensiero, chi per condividere una notizia…

E poi c’è chi si lamenta, si indigna, a volte insulta.

A volte è un modo per attirare l’attenzione. Nessuno mi ascolta nella vita e allora scrivo sui social.

Ognuno ha le sue motivazioni consce o inconsce.

E va tutto bene se non fosse che quando comunichiamo le cose intorno a noi cambiano.

 

La parola crea.

Sì ci risiamo con la storia che le parole sono importanti!

Quello che diciamo e il modo in cui lo diciamo ha un’influenza su chi ci ascolta e su chi ci legge.

E anche se qualcuno guarda i nostri post in modo distratto, quelle parole entrano nella sua testa.

Una bella responsabilità, vero?

Però hai mai pensato che questo avviene anche in positivo?

Quando comunichiamo cose belle, creiamo una realtà più bella.

 

Qualche giorno fa sulle pagine di Tlon è apparso un post bellissimo, da incorniciare:

Per ogni pensiero indignato bisogna farne tre costruttivi.

Per ogni lamento, tre proposte.

Per ogni critica, tre idee di futuro.

È fondamentale darsi il permesso di condividere o scrivere un post critico a patto di compiere poi tre gesti propositivi.
Leggiamo sempre più spesso liste di motivi per cui vale la pena indignarsi, infinite ricapitolazioni degli errori (reali, sia chiaro) degli altri, e sembrano sempre più delle preghiere laiche con cui gli indignati, i soggiogati, gli oppressi chiedono al Potere di tenerli ben saldi nella propria indignazione:

in fondo una critica ben assestata a un ex ministro porta montagne di like, un “guarda come sono cattivi i cattivi’ genera infinite condivisioni e pacche sulle spalle, e con la stupidità e la cattiveria in circolazione sprecare il proprio potenziale da parte di chi si considera buono e intelligente può portare un discreto successo personale senza troppo impegno, a scapito però di un’azione politica collettiva che cambi davvero qualcosa.


Quindi, la prossima volta in cui ti troverai davanti una lista di quindici punti per cui vale la pena indignarsi per le malefatte di qualcuno, usala come strumento per immaginare quarantacinque desideri su un futuro migliore.
A quel punto non avrai più tanta voglia di parlare dei quindici punti di prima, perché i tuoi quarantacinque ti sembreranno decisamente più urgenti.

E lo saranno davvero.”

Che ne dici ci proviamo?

Proviamo a scrivere post costruttivi?

Prima di scrivere, di parlare, di condividere perché non proviamo a chiederci: perché?

Che contributo sto dando agli altri ?

Forse a un certo punto arriveremo a comunicare per creare un mondo migliore!

Lo so sono una sognatrice, but I’m not the only one 😉