Le cose in comune

La ricerca delle cose in comune è alla base della buona comunicazione.

Le cose in comune” è una canzone di Daniele Silvestri che amo particolarmente. Daniele Silvestri è un cantautore in grado di emozionare, far riflettere e soprattutto far sorridere. Questo brano ci ricorda con sapiente ironia che quando amiamo una persona siamo in grado di cogliere tutte le caratteristiche che ci accomunano.

Le cose che abbiamo in comune sono 4.850
le conto da sempre, da quando mi hai detto
“ma dai, pure tu sei degli anni ’60?Daniele Silvestri


Alla base della buona comunicazione ci deve essere sempre la volontà di trovare cose in comune.

I conflitti e le incomprensioni sono spesso causati dal fatto che ognuno è concentrato a difendere le proprie opinioni e non a cercare quali sono le cose in comune sulle quali iniziare a costruire un accordo.

Come ho già scritto nell’articolo “comunicare le idee“, per comunicare occorre avere qualcosa da dire, occorre avere delle idee da esporre.

Il passo successivo è però il desiderio di rendere partecipi gli altri di questo contenuto.

Quando si lascia da parte la tentazione di difendere il proprio punto di vista e ci si apre a nuove possibilità ci si accorge spesso che il nostro interlocutore è più simile a noi di quanto pensassimo.

L’abitudine a cercare le cose in comune ci porta ad avere un atteggiamento costruttivo.

Siamo circondati da lotte di ogni genere. Siamo sempre contro qualcosa.  A volte alla base di queste lotte ci sono grandi valori ma se riuscissimo a trasformare “l’essere contro” in “essere pro” riusciremmo a costruire invece che distruggere.

E’ vero, a volte, il male va distrutto ma è molto più efficace e motivante mettere le proprie energie in qualcosa da creare.

Ad esempio:

  • invece di essere contro l’illegalità, essere a favore della legalità
  • invece di essere contro la pena di morte, essere a favore dei diritti umani
  • invece di essere contro il maschilismo, essere a favore della parità di genere

e così via… sempre pro, mai contro.

Rinunciando a combattere si apprezza il presente, che è un dono da condividere con il prossimo il quale spesso è molto più simile a noi di quanto immaginiamo.

Durante i miei corsi di formazione invito i discenti a fare un esercizio molto semplice ma efficace. Questo esercizio prende spunto da uno dei principi di Dale Carnegie scritto nel libro “Come trattare gli altri e farseli amici”: siate prodighi di apprezzamenti onesti e sinceri.

L’esercizio consiste nel fare un complimento sincero ad un collega con il quale non si ha buon rapporto.

Il principio di Carnegie si basa sul desiderio di importanza presente in ogni persona. Tutti amano sentirsi fare complimenti e applicando questo principio si ottiene sicuramente consenso ma il mio esercizio mira non tanto ad ottenere un riscontro positivo quanto ad abituarci a trovare qualcosa di positivo in persone che apparentemente sembrano non avere nulla di positivo.

Cercando le cose che abbiamo in comune riusciremo più facilmente ad apprezzare la ricchezza delle nostre differenze.

Le cose che abbiamo in comune sono 4.850…